Microplastiche e salute

2 ottobre, 2025 ,

Cosa possiamo fare per limitare la nostra esposizione alle MP?

Innanzitutto, è importante sapere che la struttura chimica delle MP le rende sensibili ad alcuni fattori ambientali, in particolare il calore e l’acidità. La plastica può degradarsi o rilasciare particelle fini quando esposta a temperature elevate. Per esempio, scaldare l’acqua in una bottiglia di plastica o cuocere un alimento in un contenitore di plastica può causare il trasferimento di MP e sostanze chimiche associate al cibo o alla bevanda. Gli alimenti acidi (come il caffè e alcuni succhi di frutta, salse o bevande fermentate) possono indebolire la struttura della plastica, accelerando la frammentazione in microplastiche e il rilascio di composti chimici.

È impossibile evitare completamente l’esposizione alle MP, ma è possibile limitarla nella vita quotidiana. Ecco otto accorgimenti che permettono di ridurre l’esposizione alle MP:

  • Preferire l’acqua del rubinetto filtrata piuttosto che quella in bottiglie di plastica.
  • Evitare il contatto della plastica con il calore: non riscaldare contenitori di plastica nel microonde, non versare acqua bollente in bottiglie o bicchieri di plastica, non usare macchine da caffè che utilizzano capsule di plastica.
  • Utilizzare contenitori durevoli per conservare gli alimenti: vetro, acciaio inossidabile o ceramica anziché plastica.
  • Ridurre la plastica alimentare e gli imballaggi usa e getta: cucinare soprattutto prodotti freschi, evitare gli alimenti ultra-trasformati, scegliere prodotti sfusi o confezionati in vetro, metallo o cartone.
  • Arieggiare gli ambienti ogni giorno e passare regolarmente l’aspirapolvere, preferibilmente con un filtro HEPA, per limitare la presenza di microplastiche nella polvere.
  • Scegliere cosmetici e prodotti per l’igiene senza microplastiche controllando l’elenco degli ingredienti per evitare le microsfere.
  • Limitare l’uso di indumenti sintetici (poliestere, nylon, acrilico) e preferire fibre naturali come cotone, lino o lana.
  • Lavare i capi a basse temperature, meno frequentemente e utilizzando uno speciale sacchetto per il lavaggio o un filtro per catturare le fibre di plastica. Quando possibile, asciugare i capi all’aria aperta invece di utilizzare l’asciugatrice.

In conclusione

Le MP rappresentano una potenziale minaccia emergente per la salute umana, anche se per conoscere i loro effetti con più precisione sono necessarie ulteriori ricerche approfondite. La letteratura attuale non evidenzia in modo conclusivo gli effetti nocivi delle MP sulla salute umana, né conferma la loro innocuità. Anche se non è possibile evitare completamente le MP, adottare semplici misure consente di ridurne significativamente l’esposizione, promuovendo al contempo abitudini più sostenibili per la salute e l’ambiente.

Fonti

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Bora et al. (2024) Microplastics and human health: unveiling the gut microbiome disruption and chronic disease risks. Frontiers in Cellular and Infection Microbiology; 14, 1492759.

Zurub et al (2024) Microplastics exposure : implication for human fertility, pregnancy and child health. Frontiers in Endocrinology; 15, 1444642.

Kumar (2025) Unseen Dangers: The Effects of Micro- and Nanoplastics on Human Reproductive Health – A Narrative Review. Recent Adv Inflamm Allergy Drug Discov; 12:127–140.

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Nihart et al (2025) Bioaccumulation of microplastics in decedent human brains. Nature Medicine;31:1114–19.

Zhang et al (2025) Tiny trouble: microplastics, nanoplastics, and their heartfelt impact on cardiovascular health. Cardiovasc Res;121(7):992-1010

Marfella et al. (2024) Microplastics and Nanoplastics in Atheromas and Cardiovascular Events. N Engl J Med; 390(10):1005–13.

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Autori

Kathryn Adel
Kathryn è titolare di una laurea in kinesiologia e una in alimentazione, e di un master in alimentazione sportiva. È membro dell’OPDQ e dell’Academy of Nutrition and Dietetics. Atleta di mezzofondo, ha corso per la squadra olimpica di Montréal e il Rouge et Or. Kathryn è specializzata in alimentazione sportiva, perdita di peso, diabete, salute cardiovascolare e gastrointestinale. Kathryn ha molta esperienza con l'approccio FODMAP e ha completato la certificazione dell'Università Monash.

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