Può essere nocivo avere troppo colesterolo “buono”?

10 aprile, 2019 , ,

Spesso si sente dire che per prevenire le malattie cardiovascolari occorre ridurre il colesterolo “cattivo” LDL e aumentare il colesterolo “buono” HDL. Ma è possibile avere troppo colesterolo “buono”? Continuate a leggere per scoprire la risposta!

Il colesterolo è un lipide (un grasso) necessario per il funzionamento dell’organismo. È un componente della membrana cellulare, e permette la sintesi di numerosi ormoni. Non è solubile nel sangue, perciò deve essere trasportato da alcune proteine con cui forma degli aggregati chiamati lipoproteine. Il colesterolo nel sangue può legarsi a due tipi principali di “trasportatori”:

         1)  Gli LDL (“Low Density Lipoproteins”)

Il colesterolo-LDL viene definito “colesterolo cattivo”. Gli LDL portano il colesterolo dal fegato verso tutto l’organismo. Quando il colesterolo è presente in quantità eccessiva, si accumula sulle pareti delle arterie formando una placca, con un processo chiamato aterosclerosi. Col passare del tempo può formarsi un trombo che ostruisce la circolazione sanguigna. Se l’ostruzione interessa un’arteria del cuore può provocare un infarto del miocardio (crisi cardiaca). Se invece interessa un‘arteria del cervello si parla di ictus, o accidente vascolare cerebrale (AVC). Un eccesso di colesterolo-LDL aumenta quindi il rischio di malattie cardiovascolari.

         2) Gli HDL (“High Density Lipoproteins”) 

Il colesterolo-HDL viene definito “colesterolo buono”. Gli HDL trasportano l’eccesso di colesterolo nell’organismo verso il fegato affinché venga eliminato. Per questa ragione un tasso elevato di colesterolo-HDL è associato a un rischio cardiovascolare più basso.

Bilancio lipidico

In linea generale i valori normali sono rappresentati da un tasso di colesterolo-LDL inferiore a 3.5 mmol/L, e un tasso di colesterolo-HDL superiore a 1 mmol/L per l’uomo, e 1.3 mmol/L per la donna. Ciò nonostante i valori normali variano in base all’età del paziente e ad altri fattori di rischio cardiovascolare. Inoltre variano leggermente anche da un Paese all’altro.

Pagine: 1 2

Autori

Kathryn Adel
Kathryn è titolare di una laurea in kinesiologia e una in alimentazione, e di un master in alimentazione sportiva. È membro dell’OPDQ e dell’Academy of Nutrition and Dietetics. Atleta di mezzofondo, ha corso per la squadra olimpica di Montréal e il Rouge et Or. Kathryn è specializzata in alimentazione sportiva, perdita di peso, diabete, salute cardiovascolare e gastrointestinale. Kathryn ha molta esperienza con l'approccio FODMAP e ha completato la certificazione dell'Università Monash.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito web utilizza dei cookie per offrire la migliore esperienza utente e assicurare buone prestazioni, la comunicazione con i social network o la visualizzazione di annunci pubblicitari. Cliccando su "ACCETTO", acconsenti all'uso dei cookie in conformità con la nostra politica sulla privacy.